Caterina Milazzo: Il sorriso, riflessioni
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Il sorriso, riflessioni
Matteo, in vacanza a Parigi, quel giorno sarebbe andato al Louvre.
Non era particolarmente colto: si lasciava però coinvolgere dal bello e dalle stranezze
che vedeva nei quadri e nelle opere esposte.
Vagava nelle sale e nei corridoi, districandosi tra pian terreno, interrato, primo piano etc.
In un piano stranamente poco affollato si sentì attratto da uno sguardo diretto su di lui.
In un quadro, non molto grande, vide un bellissimo volto di donna che lo guardava.
Era come se l'avesse già visto, ma non ricordava né come né quando.
Era dentro al suo cervello e basta !
Guardò il dipinto e tirò avanti.
Per poco, però, perché tornò indietro: voleva capire il senso di quello sguardo.
Si sentiva seguito ed indagato.
Ma, su che cosa e perché ?
Si era molto spesso interessato al senso della sua esistenza, cosa ci stava a fare nel mondo, cosa
fosse davvero quello che veniva definito "realtà" - Ma niente ! -
Non era mai riuscito a venirne fuori.
E ora in un volto di donna ritrovava il collegamento con quei personali dubbi.
Intravedeva però una strana risposta in quegli occhi che,
carichi di una ironia profonda e disarmante non sminuivano l'importanza dei suoi problemi
di conoscenza, ma ne distruggevano il senso: non c'è nulla dietro ad una conoscenza che non può
esserci, perché non c'è. Come te che per caso ci sei, ma per caso non ci sarai.
Automaticamente Matteo pensò che sarebbe stato più corretto chiedersi: - non essere o essere ? -
A pochi metri dalla transenna di velluto, che proteggeva il quadro, molta gente aspettava il suo
turno per avvicinarsi ad esso.
Matteo si allontanò andando verso l'uscita del museo e anche dal suo vecchio incubo.
Almeno in quel momento.