Laura Pini: Giochi, Ricordi
Giochi, Ricordi
Da bambina, con un'amica di nome
Claudia, uscivo nei pomeriggi dopo la scuola per correre e camminare tra campi
ricchi di vegetazione e fossati ricoperti di erba il cui verde sembra perdersi
nell'età giovanile.
Uscivamo a primavera. I fiori di
campo erano davvero tanti, variopinti: ranuncoli, le scarpette della madonna (piccoli fiori gialli),
gli occhi della madonna (azzurri), margherite ed erbe selvatiche.
Le viole, sorprendenti e
numerose, dal profumo unico, invitavano alla raccolta.
Rane e raganelle non mancavano a
fare da coro al nostro chiacchiericcio, alle nostre risate.
Il gioco era correre, cogliere,
ascoltare, guardare, cercare.
Il gioco era non essere a casa e
stare assieme.
Per proseguire le nostre
passeggiate a volte bisognava saltare qualche fossato.
Per me finiva lì. Avevo paura di
cascarci dentro.
La mia amica mi incoraggiava
saltando anche per me, avanti e indietro, indietro e avanti. Saltava, saltava, rideva divertita e non
si stancava mai.
Io provavo. Prendevo la rincorsa eppoi...
niente. Mi bloccavo.
Avessi superato quell'ostacolo,
allora, forse avrei anticipato i tempi per superarne altri, poi.
Ma questo è un pensiero di oggi.
In quei momenti spensierati avevo
ciò che mi bastava: un'amica, tempo libero e tanta, tanta bella natura attorno a me.
C'era il verde dell'età, luminoso
come il verde di quei fossati che non riuscivo a saltare.