Laura Pini: Giochi, Ricordi

03.11.2020
Parco giochi (Foto A. Fiorito)
Parco giochi (Foto A. Fiorito)

Giochi, Ricordi

Da bambina, con un'amica di nome Claudia, uscivo nei pomeriggi dopo la scuola per correre e camminare tra campi ricchi di vegetazione e fossati ricoperti di erba il cui verde sembra perdersi nell'età giovanile.
Uscivamo a primavera. I fiori di campo erano davvero tanti, variopinti: ranuncoli, le scarpette della madonna (piccoli fiori gialli), gli occhi della madonna (azzurri), margherite ed erbe selvatiche.
Le viole, sorprendenti e numerose, dal profumo unico, invitavano alla raccolta.
Rane e raganelle non mancavano a fare da coro al nostro chiacchiericcio, alle nostre risate.
Il gioco era correre, cogliere, ascoltare, guardare, cercare.
Il gioco era non essere a casa e stare assieme.
Per proseguire le nostre passeggiate a volte bisognava saltare qualche fossato.
Per me finiva lì. Avevo paura di cascarci dentro.
La mia amica mi incoraggiava saltando anche per me, avanti e indietro, indietro e avanti. Saltava, saltava, rideva divertita e non si stancava mai.
Io provavo. Prendevo la rincorsa eppoi... niente. Mi bloccavo.
Avessi superato quell'ostacolo, allora, forse avrei anticipato i tempi per superarne altri, poi.
Ma questo è un pensiero di oggi.
In quei momenti spensierati avevo ciò che mi bastava: un'amica, tempo libero e tanta, tanta bella natura attorno a me.
C'era il verde dell'età, luminoso come il verde di quei fossati che non riuscivo a saltare.