Patrizia Invernizzi Di Giorgio: Lontano

14.09.2020

Lontano

Lontano dalla folla,/ che non ha occhi per vederti/ e va per la strada,/ dove tu non ci sei

Lontano dalla folla,
che non ha occhi per vederti
e va per la sua strada,
dove tu non ci sei.
Ha fretta e insegue
inconsistenti pensieri,
come i fiocchi di neve,
che si sfaldano,
quando toccano terra.
Reprime le lacrime
dietro occhiali da sole
e abbozza sorrisi
ad amici che vorrebbe incontrare.
Volteggiano nell'aria i petali
degli aceri fioriti, ma nessuno
s'accorge di questa inutile danza.
La folla rumoreggia, emette un brusio inquieto,
come il mare di notte sugli scogli,
è il ticchettio di passi ora stanchi, ora veloci,
il suono di frasi concitate o tranquille,
bisbigliate o gridate al cellulare,
come se nessuno ti potesse sentire.
Abbandoniamo questo fiume, amore,
andiamo per quella stradina,
che serpeggia lungo le vecchie mura,
si arriva a un fazzoletto di verde,
due alberi in fiore, una panchina,
un vago profumo di primavera.
In alto, sopra i muri scrostati delle case
fa capolino un azzurro lembo di cielo.
Ci spunta sulle labbra un sorriso
e la voglia di prenderci per mano.
Stretti l'uno all'altra, non c'è
alcun bisogno di parlare,
è un dolce silenzio quello dell'amore.
La città freme, si agita,
la gente rompe gli argini
come una fiumara,
ma là dove batte il vecchio cuore,
tutto sembra fermarsi
per lasciar spazio all'amore.