Patrizia Invernizzi Di Giorgio: Lontano
Lontano
Lontano dalla folla,/ che non ha occhi per vederti/ e va per la strada,/ dove tu non ci sei
Lontano dalla folla,
che non ha occhi per
vederti
e va per la sua strada,
dove tu non ci sei.
Ha fretta e insegue
inconsistenti pensieri,
come i fiocchi di neve,
che si sfaldano,
quando toccano terra.
Reprime le lacrime
dietro occhiali da sole
e abbozza sorrisi
ad amici che vorrebbe
incontrare.
Volteggiano nell'aria i
petali
degli aceri fioriti, ma
nessuno
s'accorge di questa
inutile danza.
La folla rumoreggia, emette
un brusio inquieto,
come il mare di notte
sugli scogli,
è il ticchettio di passi
ora stanchi, ora veloci,
il suono di frasi
concitate o tranquille,
bisbigliate o gridate al
cellulare,
come se nessuno ti
potesse sentire.
Abbandoniamo questo fiume,
amore,
andiamo per quella
stradina,
che serpeggia lungo le
vecchie mura,
si arriva a un fazzoletto
di verde,
due alberi in fiore, una
panchina,
un vago profumo di
primavera.
In alto, sopra i muri
scrostati delle case
fa capolino un azzurro lembo di cielo.
Ci spunta sulle labbra un
sorriso
e la voglia di prenderci
per mano.
Stretti l'uno all'altra,
non c'è
alcun bisogno di parlare,
è un dolce silenzio
quello dell'amore.
La città freme, si agita,
la gente rompe gli argini
come una fiumara,
ma là dove batte il
vecchio cuore,
tutto sembra fermarsi
per lasciar spazio
all'amore.