Salvatore Quasimodo
Quasimodo, Salvatore. - Nacque a Modica il 20 agosto 1901, secondogenito di Gaetano Quasimòdo, capostazione, e di Clotilde Ragusa. Ebbe tre fratelli: Enzo, Ettore e Rosina.
L'accentazione del cognome fu mutata in sdrucciola dallo stesso Quasìmodo al suo trasferimento in continente. È, inoltre, ben nota la dichiarazione mendace (cfr. Salvatore Quasimodo, in Ritratti su misura di scrittori italiani, a cura di E.F. Accrocca, Venezia 1960, p. 349) che indicava in Siracusa la città natale del poeta, ad alimentare un'identità di «siculo greco» (S. Quasimodo, Micene, in Id., Poesie e discorsi sulla poesia, a cura e con un'introduzione di G. Finzi, prefazione di C. Bo, Milano 1996, p. 216) e, più in generale, una mitobiografia tanto più accattivante di una più affidabile cronologia. Vero è che la nonna paterna era figlia di profughi greci che provenivano da Patrasso.
Ora che sale il giorno
(da Nuove poesie 1936 - 1942)
Finita è la notte
si scioglie lenta nel sereno
tramonta nei canali.
E' così vivo settembre in questa terra
di pianura, i prati sono verdi
come nelle valli del sud a primavera.
Ho lasciato i miei compagni,
ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura,
per restare solo a ricordarti.
Come sei più lontana della luna,
ora che sale il giorno
e sulle pietre batte il piede dei cavalli!